Ai microfoni di Radio Capri, durante il programma “Bordocampo” è intervenuto Maurizio Zaccone giornalista di Ottochannel, blogger e scrittore
Di seguito le sue parole:
Partiamo dalle tue due opere:
“Sputtanapoli, il primo libro, è uscito nel 2019: è un viaggio nella narrazione viziata e stereotipata che viene fatta della città di Napoli. Dal punto di vista giornalistico su vari temi. Ed anche la narrazione nel lessico politico, nel lessico televisivo, ecc…ecc… Una serie di luoghi comuni che vengono sfatati, in questo libro, anche con un pizzico di storia ed è anche una fotografia di come abbiamo un sistema mediatico fortemente superficiale nell’approccio all’informazione. Che spesso scivola in vere e proprie “Fake news”.
Mentre il secondo libro, “Ricomincio da te“, affronta il tema sportivo: lo Scudetto del Napoli. Ed è un viaggio dal primo Scudetto del Napoli al primo Scudetto dell’era De Laurentiis. In questi trentatré anni, oltre a ripercorrere le gesta calcistiche, si sottolinea la narrazione che viene fatta del popolo napoletano. Sia ai tempi di Maradona che ai tempi di oggi. La stampa, il movimento popolare che ci fu all’epoca. Chiaramente vengono raccontati tutti, i trentatré anni. Ed è una bella fotografia sociale anche della città.”
Chiedo al Maurizio tifoso, più che al giornalista, se ti aspettavi dopo il deprimente anno che abbiamo passato, al pronti-via un Napoli già così bello carico e pimpante con l’effige di Antonio Conte, già ben visibile:
“Diciamo che dopo la sconfitta di Verona, la paura è venuta. Però è stata scacciata fortemente via con quelle tre vittorie. Ho sensazioni positivissime che il Napoli si sta davvero incamminando a fare una stagione robusta, concreta e solida.
Fortunatamente abbiamo delle ambizioni limitate rispetto a quelle dell’anno scorso: inizialmente si pensava di bissare il titolo. Adesso è più una lotta sul punto, ma l’importante è stare sui piani alti della classifica. Per il momento stiamo cominciando. La sensazione positiva è che sia un campionato senza una “ammazza-campionato”. Questo sarà molto importante per noi che potremmo giocarcela. Eventualmente anche ai piani alti. Specie se la classifica dovesse sorriderci, dopo i prossimi match, dovremmo confrontarci con i numeri. Se i numeri dovessero dirci che siamo o primi o secondi. Dovremmo lottare per difendere il posto.”
I numeri dicono che contro la Juve, il Napoli è riuscito a fare solo un punto. Chiedo la tua impressione: cosa hai visto di buono e cosa ti è piaciuto meno della prestazione dei partenopei?
“Io non mi accontento mai. Però stavolta non posso dire “E’ solo un punto”, è un ottimo punto quello che abbiamo preso a Torino. E’ positivo che non abbiamo perso. Le due squadre si sono temute, entrambe. E’ un dato di fatto. Questo ci fa capire che abbiamo giocato alla pari con la Juve che, sulla carta, è davanti a noi. Ed è davanti non di poco. Per questo il punto me lo prendo con tutto il cuore.
Ho visto una squadra solida, compatta. Chiaramente ci sono dei problemi che ancora non sono risolti. I nuovi stanno adesso inserendosi pian piano. In questo percorso graduale, il Napoli sta andando verso la sua forma specifica. La forma definitiva la vedremo tra 5-6-7 giornate. Nel frattempo, però, bisogna mettere fieno in cascina. Fare punti. Non possiamo permetterci di aspettare. Questo sta avvenendo. Questa è la mia sensazione positiva. E’ ovvio che ci siano state prestazioni un pò più opache. Specie nel secondo tempo: alcuni sono scomparsi. Altri, invece, ci hanno illuminato come McTominay, ovviamente. Lo scozzese ha brillato. Bisogna migliorare, però, in fase di finalizzazione. Sarebbe importantissimo: in quest’aspetto, la Juve sta meglio di noi.”
Problema annoso: dal 2004, quando è arrivato De Laurentiis, si parla di stadio di proprietà o in gestione al Napoli. Adesso incombe Euro 2032, siamo indietro: non c’è una proprietà diversa da quella del Comune di Napoli. Cosa ci dobbiamo aspettare? Rischiamo di rimanere fuori da Euro 2032?
“Purtroppo questo è un rischio che si corre. Nel momento in cui la responsabilità cade in capo alle amministrazioni, noi abbiamo un problema solido. Qualche volta abbiamo avuto esempi buoni, come le universiadi. Tante altre volte no: le strutture a Napoli rimangono comunque fatiscenti. Anche in altri sport, le squadre locali sono costrette ad andare in provincia a giocare. Quindi il problema delle strutture sportive a Napoli ce l’abbiamo. Ovvio che uno stadio per i Mondiali, non possa essere di proprietà del Comune.
Serve accordo col club principale che è il Napoli per tentare di realizzare lo stadio. Non mi sento positivo perché la storia degli ultimi 20 anni, per me, ha dimostrato una volontà solamente lessicale da parte di De Laurentiis, di realizzare uno stadio. Nei fatti non ci sono state azioni concrete a riguardo. Però, come si usa dire: “Mai dire mai“. Se si annuncia oggi, poi domani, poi si disattendono gli annunci…prima o poi può essere che qualcosa cambi. Se il Napoli non dovesse essere partecipe, mi auguro che le istituzioni facciano qualcosa per dare una casa sportiva che questa città non ha e che merita assolutamente.”
Il Napoli giovedì sarà impegnato in Coppa Italia contro il Palermo ed è prevista una rivoluzione totale per la formazione: cosa dobbiamo aspettarci? E’ giusto fare turnover?
“Credo sia giusto: abbiamo una sola competizione e poi la Coppa Italia. La rosa si è un pò allungata. Abbiamo necessità di far giocare anche gli altri. Il match col Palermo devi provare a vincere assolutamente anche con le seconde linee. Se si possono definire seconde linee, perché sappiamo benissimo che è un Napoli non ha titolari ben definiti. I nuovi arrivati per il momento stanno in panchina, perché l’inserimento è graduale.
Credo sia un’opportunità per vedere chi ha giocato meno. Non credo al termine “Turnover” perché non è più il Napoli di Mazzarri che, ad esempio, quando giocava contro il Chievo schierava Fideleff e perdeva. Questo Napoli se non schiera Politano, mette Neres. A centrocampo può mettere Gilmour e McTominay, in doppio, al posto di Anguissa e Lobotka. Ci sono nomi importanti che siedono in panchina: lo stesso Raspadori.”