Nel corso di ‘Bordocampo – II Tempo’, trasmissione condotta da Pierpaolo Matrone, Vincenzo Credendino e Claudia Vivenzio sulle frequenze di Radio Capri, è intervenuto Federico Miaschi, guarda della Givova Scafati Basket: “A livello individuale è stata una partita super, ma sono doppiamente contento perché abbiamo vinto una partita cruciale, di vitale importanza per la nostra stagione e molto sentita anche per la piazza”.
Così sentita e così importante che i tifosi sono venuti ad accogliervi al ritorno da Pistoia alle 6 del mattino. “Un gesto bellissimo che ha fatto piacere a tutta la squadra. Anche in una città piccola, in una società che non ha la storia delle altre franchigie, si respira una passione pazzesca. Un segno da parte dei tifosi e una spinta in più per finire al meglio la stagione”.
Tante squadre invischiate nella lotta-salvezza: su chi è più facile fare la corsa? “Con totale sincerità vi dico che, visti anche gli ultimi risultati che ci sono stati, tipo Cremona che batte Trapani o Napoli che si è acceso, bisogna pensare solo a noi come squadra. Fare calcoli o focalizzarsi su altre squadre è impossibile, può succedere di tutto. Cremona che batte Trapani è l’esempio di ciò che sto dicendo. Varese pareva si fosse staccata, invece ora ha avuto un periodo un po’ più buio e ha cambiato allenatore. Noi possiamo pensare solo alla nostra squadra, perché il resto è imprevedibile”.
Com’è cambiato il lavoro dall’arrivo di coach Ramondino? “Prima come stile di allenamenti durante la settimana avevamo due doppi, di martedì e di giovedì. Adesso invece seguiamo uno stile che seguono tante altre squadre, ovvero con un solo allenamento al giorno, ma più molto lungo, con sessioni di tiro più lunghe, divise tra lunghi e piccolo, con un lavoro individuale maggiore. Diciamo che ha un po’ stravolto il percorso che stavamo facendo prima. Ma devo dire che tutta la squadra è stata super disponibile e secondo me poi alla lunga i risultati arrivano. Il campionato è ancora lunghissimo. Sicuramente è uno stile molto diverso rispetto a prima”.
Ci racconti quella tripla nel finale di Pistoia-Scafati? Un tiro alla Curry per coefficiente di difficoltà. “Era un po’ azzardato, è vero, ma i 24 secondi stavano per scadere. Quelli sono i tiri un po’ più semplici perché se sbagli sei un po’ più giustificato rispetto a quando tiri nei primi secondi dell’azione. Però sì, quel tiro lì non era tanto dentro ai nostri schemi e oggettivamente era complicato”.
Ora a Scafati riapre il palazzetto e arriva la Reyer Venezia, dove tu sei cresciuto. Emozioni particolari? “Quando siamo andati lì a Venezia a giocare mi ha fatto molto piacere rivedere le persone con cui sono cresciuto, banalmente anche i miei compagni delle superiori. E’ una partita molto sentita a livello affettivo da parte mia, mi farà piacere giocarci dopo la sosta. Ma mi fa ancora più piacere tornare a giocare al PalaMangano. Giocare tante partite fuori casa è stato difficile, sarà importante tornare al PalaMangano, non è un dettaglio da poco. Sarà un bel rientro, non partiremo di certo sconfitti, anzi proveremo a cavalcare l’onda dell’entusiasmo dopo”.
Facciamo una promessa ai tifosi: se Scafati si salva, cosa promette di fare Federico Miaschi? “Non parlerei già adesso di salvezza, mi cogliete un po’ alla sprovvista. I capelli gialloblù? Sì, dai, può andar bene. Però dobbiamo farlo tutti insieme”.