Nel corso della trasmissione “Bordocampo – II Tempo”, in onda sulle frequenze di Radio Capri, è intervenuto Paolo De Paola, giornalista: “Il mister parte con i piedi di piombo, ma vuole una formazione combattiva. Nel giro di un triennio, il Napoli può tornare a lottare e a essere competitivo per lo scudetto. Quest’anno, Conte dice di voler iniziare a vedere un ritorno all’aggressività e alla competitività. Per noi addetti ai lavori e per chi osserva la situazione, c’è la convinzione che il Napoli sarà competitivo già da quest’anno. Conte è riuscito a far tornare l’entusiasmo a Napoli e sta costruendo una squadra nuova; ci aspettiamo tutti grandi cose.”
Su Berardi: “Non è la prima volta che il ragazzo viene accostato al Napoli, è una voce ricorrente. Ho paura che Berardi abbia difficoltà a uscire dalla sua comfort zone. È un giocatore che è maturato tanto, ma evidentemente ha paura di fare quell’ultimo passo che potrebbe consacrarlo.”
Su Kvara: “Purtroppo, le situazioni come quella di Kvara sono le incertezze del mercato. Conte ci ha messo la faccia, esponendosi tanto sia per Kvara che per Di Lorenzo. Bisogna vedere se il Napoli sarà disposto ad avvicinarsi di più a un ingaggio come quello di Osimhen, o a mantenersi in un range più basso, sui 5/5,5 milioni.”
Su Simeone e Osimhen: “Il Napoli si sta muovendo per sistemare queste situazioni. Si è parlato anche di Greenwood, che è un giocatore che potrebbe arrivare e che sicuramente ha le qualità dinamiche e di partecipazione al gioco; è un profilo interessante. Vedremo come si evolveranno le attuali situazioni, anche se non sono ancora sicuro al 100% sulla partenza di Osimhen.”
Sulla difesa del Napoli: “Dopo un’annata fallimentare, o si lavora sulla testa dei giocatori o è meglio cambiarli. L’annata fallimentare del Napoli si è manifestata spesso nella fase difensiva. Io non colpevolizzo sempre il singolo giocatore, perché magari, nei contesti giusti, sono profili che possono aiutarti a cambiare le cose. La difesa della stagione passata ha ricevuto molte critiche, non sempre per colpe loro. Con l’arrivo di Conte, era normale aspettarsi un cambiamento radicale nella fase difensiva; per il mister, le vittorie si conquistano partendo da una base, ovvero da una difesa solida.”
Sul migliore della Spagna: “Si possono fare tanti nomi, a me sono piaciuti molto Fabian Ruiz, Rodrigo e Carvajal. Però non si può non menzionare i due gioiellini Williams e Yamal! Sono due giocatori liberi di testa, perché sanno cosa fare, sono inseriti in un contesto molto solido e hanno avuto la possibilità di dare sfogo alla loro inventiva e creatività. Questo significa aver seminato, sia nelle giovanili che nei club, un seme importante riguardo al gioco. È quello che è mancato non solo all’Italia, ma a tutte le nazionali. La Spagna è sembrata quasi una squadra di club. Mentre squadre più forti a livello di rosa non si sono dimostrate squadra come la Spagna. La Spagna ha aperto la strada a un rinnovamento che dovrebbe avvenire nelle singole federazioni, puntando sui giovani.”