Manzo: “Assenze pesanti. Manca l’energia mentale”

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Durante la trasmissione Bordocampo – I Tempo, in onda su Radio Capri, è intervenuto il giornalista Antonio Manzo. Queste le sue riflessioni sul momento del Napoli e su alcune situazioni chiave:

“È un comunicato che fa male, perché Alessandro Buongiorno è un giocatore indispensabile per questo Napoli. Juan Jesus ha fatto bene e con Conte è rinato, ma l’assenza di Buongiorno riduce le opzioni in difesa. Ti costringe a essere più prudente anche qualche metro più avanti. Ormai lo abbiamo capito: può essere il futuro capitano del Napoli. Non manca solo per l’aspetto tecnico, ma anche per quello emotivo e carismatico. È un giocatore che dà carica all’intero reparto e lo stesso Rrahmani, con lui accanto, rende meglio — come spesso accade ai centrali che trovano affinità.

Purtroppo, Buongiorno si porta dietro un infortunio difficile da recuperare. Si prova a rientrare, poi torna il fastidio, e a quel punto è giusto fermarsi. L’obiettivo è esserci nel finale di stagione, per l’ultimo sprint.”

Sulla condizione generale del Napoli:

“È un problema mentale. Paradossalmente, avere una sola partita a settimana non è mai stato un vantaggio per questa squadra. Probabilmente non riesce a tenere alta la tensione e la concentrazione per tutti i giocatori della rosa. Alcuni, considerati seconde linee, quando entrano non danno quell’impatto mentale e fisico che servirebbe. Penso, per esempio, a Ngonge: non riesce a entrare davvero nelle rotazioni e a essere il vero sostituto di Politano.

Il Napoli non ha mai beneficiato davvero dell’impegno settimanale singolo. Certo, qualche infortunio c’è stato — ne parlavamo poco fa — ma i giocatori sono costruiti per affrontare due competizioni. Prendiamo l’Atalanta: quando è uscita dalla Champions, tutti pensavano che con un solo obiettivo potesse risalire in campionato e lottare per lo scudetto. Invece è calata. Anche con una rosa lunga, alcuni giocatori sentendosi fuori dalle rotazioni perdono motivazione. Oggi, più che mai, bisogna assicurarsi che i giocatori stiano bene mentalmente, perché è la testa a guidare il corpo.”

Infine, un confronto con l’Inter:

“Anche nell’Inter è evidente: in questo momento della stagione è la testa, più che le gambe, a fare la differenza. Contro il Bayern erano disponibili solo 14 giocatori, ma l’Inter ha fatto una prestazione sontuosa, completamente diversa rispetto a Parma. A Parma c’è stato un evidente calo mentale nel secondo tempo. I giocatori pensavano di averla già vinta, avevano la testa al Bayern e hanno mollato le gambe per risparmiarsi.

È lì che serve un allenatore-coach. Simone Inzaghi è un grande allenatore, come Antonio Conte. Sanno trasmettere ai giocatori la voglia di vincere. Ma in questa fase della stagione, il fatto di giocarsi più obiettivi tiene l’Inter più sul pezzo rispetto al Napoli. I risultati finora lo confermano. E poi c’è il Mondiale per Club: sapere che l’allenatore dovrà scegliere chi portare e chi far giocare in una competizione così importante motiva di più.

Invece, alcuni giocatori del Napoli sembrano già sentirsi fuori dal progetto, con la testa rivolta all’anno prossimo.”

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