Mandato: “Il Napoli era malato, Conte è la migliore medicina. Avrà bisogno di tempo per la perfezione”

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Ai microfoni di Radio Capri, durante il programma “Bordocampo” condotto da Fabio Zizolfi e Rossella Pezzella è intervenuto Tommaso Mandato, avvocato, ex calciatore e procuratore, opinionista sportivo e scrittore

Di seguito le sue parole:

“Domani si prospetta una giornata abbastanza intensa: il ritorno di Conte allo Stadium contro la sua vecchia Juve con cui ha giocato e che ha allenato. Cosa ci dobbiamo aspettare? E’ chiaro che è una partita molto ma molto interessante. Diciamo che sarebbe giusto iniziare a valutare, anzi, a fare prime valutazioni di questo Napoli che ha dimostrato di essere in grande crescita, anche con un test più attendibile. Finora, tranne la partita di Verona, il Napoli ha fatto estremamente bene. Dal punto di vista dei risultati, in queste ultime tre partite. Non ha pienamente convinto per il gioco espresso, ma tutte le attenuanti perché è una squadra nuova. Perché la squadra precedente era chiaramente malata e andava ripresa assolutamente. Questa squadra è completamente nuova e la dimostrazione è il fatto che non sono stati impiegati molti giocatori che sono arrivati in una roboante campagna di trasferimento questa estate.

La partita di domani svelerà le squadre Anti- Inter, che contenderanno ai nerazzurri il campionato. Tutti hanno eletto, per questo ruolo, il Napoli e la Juve per motivi differenti: una ha un tecnico consolidato che conosce il campionato, l’altra ha un tecnico giovane, ambizioso, con grandi prospettive e con obiettivi dichiarati. I Bianconeri vengono da una stagione positiva, il Napoli è in rifondazione: Conte nasconde gli obiettivi. Dalla tua esperienza: Conte domani svelerà gli obiettivi o li continuerà a tenere nascosti chiedendo ai suoi calciatori sempre il massimo e sempre di più? Noi sappiamo che la qualità di Conte è quella di essere un grandissimo motivatore, oltre ad avere grande valenza sotto il profilo tattico. Quello che abbiamo visto, purtroppo, l’anno scorso, era una squadra che andava totalmente ripresa. Quindi Conte può essere, effettivamente, la migliore medicina.

Lui fa bene a tenere basse le aspettative, perché, conoscendoci, sappiamo che l’ambiente napoletano è particolare. Nel senso che riesce ad esaltarsi subito. Ma il Napoli ha bisogno di tempo per essere portato alla perfezione. La partita, ripeto, io la definisco: “Molto interessante”. Qualsiasi risultato arriverà non sarà determinante per lo sviluppo del campionato. Però è vero che entrambe le squadre avranno un confronto, un test, molto ma molto valido. La stessa Juve non è che abbia brillato sotto il profilo della continuità. Anche i bianconeri hanno un allenatore nuovo e anche loro hanno bisogno di tempo per essere portati alla perfezione. Ci auguriamo che il risultato finale sia completamente favorevole agli azzurri.

E’ un week end di big match: oltre a Juve-Napoli, ci sarà il derby di Milano. Ci sarà l’opportunità per Fonseca di farsi valere e dire la sua oppure è già stato delineato un suo sostituto e il derby sarà solo un ultimo saluto? Io credo che qualcuno sia già stato allarmato. Credo che dopo quello che sono stati i risultati, qualcosa ci sia stato. Le squadre come il Milan hanno bisogno di essere lì davanti. O in prossimità delle prime posizioni per poter lottare per lo Scudetto. La situazione di Fonseca è un attimino complicata. Però non ha tutte le colpe, perché è una squadra delineata con acquisti importanti.

Ma credo che si paghi il caos societario, soprattutto con la figura di Ibrahimovic. Ibra è una figura molto ingombrante ma non ancora molto ben definita. Io dico sempre che un conto è fare il calciatore, anche il numero 1 tra i calciatori, altro conto è fare il dirigente. Stare in dirigenza è tutt’altro.

Riguardo i dirigenti, tu, da dirigente, hai avuto a che fare con Presidenti che sapevano come intervenire a gamba tesa. Talvolta delimitando quello che poteva essere lo spazio di azione: magari tu, nella bravura di comunicazione, provavi a mettere altro. Poi arrivava un Sibilia che si comportava come De Laurentiis. Conte è stato bravo in qualche modo a prendere lo scettro in mano, ADL lo è stato altrettanto a lasciarlo. Che tipo di rapporto si instaura tra un Presidente così presente fino a poco tempo fa e un allenatore che, invece, pretende il timone solo per lui? Va assolutamente apprezzato quello che è stato il ragionamento fatto dal Presidente.

Da grande imprenditore, quale è, si è reso conto del disastro che ha combinato l’anno scorso e che era diventato irreparabile. Per questo aveva necessità e bisogno di fare un passo indietro. E di non farlo solo a voce. Perché prendendo Antonio Conte, poi alla fine, sei consapevole che sia lui a decidere tutto. Il presidente ha fatto questo passaggio: ha fatto un passo indietro, lasciando questa figura centrale di Antonio Conte. Il quale predilige il fatto di essere al centro del progetto. Come intenti siamo partiti alla grande. Si ha una delineazione più netta. Più societaria. Che ha portato più tranquillità all’interno di uno spogliatoio che l’anno scorso ha fatto fuoco da tutte le parti.
In chiusura dell’intervento dell’avvocato Tommaso Mandato a Radio Capri, durante Bordocampo, gli viene chiesto un parere sulla situazione della Roma:
Cosa ne pensi della situazione di De Rossi e cosa dobbiamo aspettarci dalla nuova Roma di Juric? Questo è il calcio che a me non piace: non puoi arrivare alla 4^giornata e cambiare l’allenatore al quale avevi appena rinnovato il contratto per tre anni. Qui credo che ci siano fattori esterni. Prendere un allenatore come Juric, in una piazza come Roma, non è assolutamente paragonabile, ad un allenatore che, sebbene giovane, ci ha messo l’anima ed era ben visto dalla piazza. E’ stata una mossa azzardata. Non è facile aver fatto questa mossa, perché crea uno screzio con la società che porta maggiore confusione e caos.”

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