Bellinazzo: “Conte capace di esaltare le individualità: McTominay ha brillato”

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Ai microfoni di Radio Capri, durante il programma “Bordocampo” è intervenuto Marco Bellinazzo giornalista de “Il sole 24ore”, esperto di finanza e scrittore

Di seguito le sue parole:
Come hai visto queste due squadre: la Juve ed il Napoli durante il big match di Sabato alle 18? Ti aspettavi un approccio diverso?

Devo dire che mi ha sorpreso in positivo, quello che ha fatto Conte, venendo meno ai suoi principi tattici: quelli che professa da sempre, legati alla difesa a 3. Ha dimostrato, ancora una volta, di essere un grande allenatore capace di mettere gli schemi al servizio dei giocatori e non il contrario come fanno, invece, gli allenatori che non hanno grande visione.

Perché Conte ha messo in campo una squadra capace di esaltare le individualità dell’organico: McTominay su tutti. In una partita bloccata dalla tensione e, forse, da quel freno psicologico che il Napoli si porta dietro dalla scorsa stagione. Un freno legato agli insuccessi e all’incapacità di ripetere il trionfo di due anni prima. Che, però, grazie alle vittorie, ma anche grazie a questo 0-0, sarà superato. Perché se il Napoli non ha conquistato i tre punti, ha conquistato per lo meno la consapevolezza di avere la forza e la capacità di lottare per lo Scudetto.”

Napoli è famoso per aver essere andato sempre in pareggio tra esborsi e ricavi. Quest’anno, invece, cambia il trend: il Napoli incassa praticamente zero, visto che i calciatori ceduti sono andati tutti in prestito, ma spende un bel pò di soldi. Non solo: non riesce a monetizzare dalla cessione di quello che era stato il suo fiore all’occhiello. Quale dato ci dobbiamo aspettare dal prossimo mercato? Il Napoli proverà a monetizzare per colmare il gap oppure, più semplicemente, ha aperto il salvadanaio?

“Napoli aveva delle risorse importanti già al 30 giugno 2023 che è il termine ultimo, che conosciamo, del bilancio approvato. Mentre nelle prossime settimane sarà approvato il bilancio al 30 Giugno 2024 che dovrebbe essere ulteriormente in positivo. Quindi dovrebbe aver accresciuto quel tesoretto che il Napoli di De Laurentiis ha deciso opportunamente di mettere in campo in questa sessione di mercato. In cui si doveva ricostruire un organico capace, quantomeno, di inseguire almeno il treno Champions. Devo dire che gli incassi sono stati molto limitati rispetto ai 150 milioni spesi.

Ma tutto dipenderà dalla stagione di Osimhen in Turchia e dalla possibilità che si presenterà nelle prossime sessioni di mercato di cederlo ad una somma intorno ai 70-80 milioni. Facendo così una consistente plusvalenza che permetterà di colmare, in parte, il gap sul mercato in questa sessione. Io credo che riagganciando il treno Champions nella prossima stagione, il Napoli ritroverà l’equilibrio economico. Posto che il 2025 sarà comunque in deficit.”

Ha fatto parlare tanto il Derby di Milano: Inter che perde in casa contro un Milan che sembrava quasi semi lacerato. Cambieranno ora le sorti dei rossoneri? Soprattutto le sorti di Fonseca?

“Trait d’Union tra la prestazione del Napoli e quella del Milan, sta nella capacità che ha avuto Fonseca, così come l’ha avuta Conte, di modificare i suoi dettami tattici. Mettendo in campo una squadra coraggiosa che ha sfruttato un momento di poca brillantezza dell’Inter. O anche, forse, la falsa consapevolezza di avere una partita facile davanti. Poiché tutti davano per spacciato il Milan di Fonseca. Io non credo che questo, però, sovverta di molto le gerarchie.

Il Milan è comunque una squadra importante che lotterà per i vertici. Così come farà anche l’Inter. Ciò avverrà grazie a Napoli e Juventus in fase di ricostruzione. Per questo dico che avremo un bellissimo campionato in cui, ancora dobbiamo capire, chi prenderà la testa della classifica in maniera significativa e stabile.”

Spostandoci nella Capitale, i Friedkin hanno acquistato l’Everton. Hanno parlato, poi, dell’esonero di De Rossi, definendolo “Una scelta dolorosa”. C’è stata un’indiscrezione lanciata da “Il messaggero”: sarebbe stato individuato Andrea Chiavelli quale nuovo CEO della Roma, ma De Laurentiis non ha voluto saperne. In questo nuovo calcio, la società strutturata è importante tanto quanto il settore tecnico?

“Non c’è dubbio. La società strutturata ha determinato, anche in campo, le sorti della squadra. Ovviamente la squadra che ha un certo tasso tecnico. Perché l’equilibrio, la tranquillità, la possibilità di gestire i momenti di difficoltà che sempre ci sono in un campionato, dipendono dalla capacità del management. Oggi più che mai. Questo è evidente se guardiamo a tutte le squadre che hanno una struttura societaria e manageriale ben definita. Con competenze chiare. Laddove questo non avviene abbiamo sconquassi. Abbiamo esempi anche molto vicini. Roma e la Roma dei Friedkin è una ulteriore prova di quanto sto dicendo.

In questi mesi, anzi in questi 4 anni, i Friedkin hanno speso tantissimo: più di un miliardo, dall’acquisto della Roma. Quello della capitale è un club che brucia 10/15 milioni al mese. E che è stato caratterizzato, in questo periodo, da una incapacità manageriale: sono cambiati diversi allenatori, negli ultimi mesi. Mourinho e De Rossi: due icone sono state abbattute. Ma anche a livello di management, negli ultimi 4 anni sono cambiati i vertici più e più volte. Quindi è mancato un chiaro indirizzo.

Ora arriva, per di più, anche l’acquisto dell’Everton. Che crea una multiproprietà, un pò più atipica rispetto a quelle società che si equivalgono dal punto di vista economico. E che vorranno delle sfide ulteriori. In questo senso c’è stata la nota della proprietà per tranquillizzare il popolo giallorosso. Però i fatti ci dimostrano che la stabilità del management va creata in maniera più chiara di quanto non sia stato fatto a Roma negli ultimi tempi”.

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