Nel corso della trasmissione “Bordocampo – I Tempo”, in onda sulle frequenze di Radio Capri, è intervenuto Alessandro Nista, ex preparatore dei portieri: “Antonio Conte è un fuoriclasse assoluto e di conseguenza vedo un Napoli che sicuramente tornerà nei primi posti. Pensare di passare dal decimo posto al primo mi sembra eccessivo come speranza, ma non lo accantono del tutto.”
Sui rinnovi: “Un allenatore così attento ai particolari non poteva che cercare di rimettere a posto le cose che hanno portato malumore la stagione passata. Sicuramente dei momenti di tensione ci sono stati, con Kvara che ha ricevuto delle offerte, con il capitano Giovanni Di Lorenzo e con Meret che stava avviandosi verso la scadenza del contratto. Credo che il primo pensiero di un allenatore attento sia quello di portare serenità all’interno del gruppo. Ho tutte le aspettative più alte, sapendo che al timone di questa barca c’è un professionista esemplare e vincente come Antonio Conte.”
Su Meret e Caprile: “Una stagione intera da titolare non è garantita. Alex Meret rimane comunque un portiere di assoluto valore, nonostante qualche critica e qualche sbavatura di troppo, lo testimonia il fatto che è nel giro della nazionale da anni. Caprile è un giovane molto interessante che già nei primi due anni a Bari aveva fatto vedere cose importanti sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista della personalità. Non so se sarà il futuro prossimo o il futuro in prospettiva, ma sono sicuro che troverà spazio. Penso che partiranno con un piccolo vantaggio per Meret, dopodiché ci sarà uno che dovrà confermare partita dopo partita di essere il titolare e un altro che dovrà confermare allenamento dopo allenamento e occasione dopo occasione di poter prendersi il suo posto.”
Sulla metodologia di Conte: “Non ho mai lavorato con il mister, per cui nello specifico non saprei dare particolari rilevanti. Sicuramente è un allenatore che esige tantissimo dal gruppo dal punto di vista dell’attenzione, della concentrazione e delle performance quotidiane. La squadra dovrà veramente rimboccarsi le maniche e ripartire con grande volontà.”
Sulla nazionale: “Possiamo dire che è stato un vero disastro perché l’atteggiamento che abbiamo visto è stato rinunciatario, eccetto la prima partita contro l’Albania. Nelle altre partite non abbiamo fatto di certo una bella figura. In tanti anni di calcio mi sono capitate spesso queste situazioni e ti chiedi se sia la testa a non far andare la gamba o viceversa. Si è inceppato qualcosa e non si sono trovate le chiavi giuste per poter entrare all’interno di questo gruppo. Da fuori e da posteriori non condivido tutte le scelte, ma se un allenatore come Spalletti ha deciso di farle è perché evidentemente in allenamento aveva avuto delle risposte che poi in partita non si sono confermate. Rimane l’amarezza di prestazioni che, al di là del risultato, sono state scadenti e quasi senza orgoglio. Secondo me la convocazione di Fagioli è una decisione presa dal mister e non imposta dal sistema. Chiaramente, a bocce ferme siamo tutti bravi a dire che Fagioli non è stato brillante. Se devo fare un nome dei non convocati, faccio quello di Matteo Politano, anche se non credo che un solo giocatore avrebbe potuto cambiare il corso delle cose.”