Dimaro, culla azzurra

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Dimaro è ormai come una culla.

Accoglie il neonato Napoli. Quello che ogni anno rinasce.

A spingere il carrozzino da domani mattina ci sarà Antonio Conte.

Il tecnico scelto da un gongolante ADL e apprezzato da una gran fetta di tifo azzurro.

L’entusiasmo in città si è ricreato con la stessa velocità con cui il sole cede il palcoscenico ai temporali nel cielo di Dimaro.

Ci voleva esattamente questo per rigettare nel primo torrente disponibile i ricordi di una nefasta e scellerata stagione.

Trionfalismi no. Non apparteniamo a quel partito. Che pure esiste.

Siamo quelli dell’attesa. Dello studio di ciò che si vedrà, di ciò che sarà.

Perché il Napoli di Antonio Conte, sarà. Non è ancora.

Il suo nome è certamente una garanzia, di buoni intenti, di pianificazione e programmazione, di regole ferree e inequivocabili.

Insomma, di parecchie cose mancate ultimamente nei pressi di Castel Volturno.

Ma bisogna attendere.

I primi giorni – e forse non solo quelli – saranno quelli di chi ci sarà ma poi andrà via. Di quelli che non ci sono ma ci saranno.

Saranno quelli delle infinite voci di mercato, quelli delle speranze, dei sogni, sia quelli che svaniranno che quelli che si realizzeranno.

Ma saranno anche i giorni della conferenza del tecnico.

Durante la quale – salvo imbattersi in qualche scontatissima e banale esaltazione della napoletanità – si capirà qualcosa di più della materia tecnico-tattica.

Attenderemo. Speranzosi ed ottimisti.

Racconteremo. Trasferendo visioni oculari e non di fantasia.

Cercheremo di accompagnare con onestà intellettuale il lavoro di un grande allenatore che avrà il compito di far tornare grande una squadra tornata adolescente troppo rapidamente.

 

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